Una delle città della Puglia, regno dei balconcini e delle cummerse, immerso nella Valle d’Itria o Terra dei Trulli.
In cima a una collina che domina la Valle d’Itria, sorge un tranquillo borgo dalle tipiche case basse imbiancate a calce.
Locorotondo vi stupirà per la sua forma circolare e le stradine disposte in modo concentrico che spiegano l’origine del nome, annoverato tra i borghi più belli d’Italia.
Le sue origini sono oscure, secondo alcuni potrebbe risalire alla fine del XII secolo, ma quel che è certo è nel 1400 fece parte del principato di Taranto, passando due secoli dopo nei possedimenti dei duchi di Martina.
Immerso nella Valle d’Itria, che oggi viene definita la Terra dei Trulli, il borgo in provincia di Bari è il regno dei balconcini fioriti che emergono dalle architetture barocche e dalla pietra locale, ma anche la città delle cummerse, abitazioni rettangolari con tetti spioventi realizzati in chiancarelle.
Scelto come set di film tra cui Mio cognato con Sergio Rubini, Così è la vita con Aldo, Giovanni e Giacomo e Baciami piccina con Vincenzo Salemme, Locorotondo è un suggestivo borgo da non perdere in un viaggio alla scoperta della Valle d’Itria.
CENTRO STORICO DI LOCOROTONDO
Il centro storico di Locorotondo è un dedalo di stradine bianche dove si nascondono antiche chiese, palazzi barocchi e botteghe artigiane.
Il borgo è noto soprattutto per le tipiche abitazioni dal tetto spiovente dette cummerse, rivestite di lastre calcaree chiamate chiancarelle.
È un pittoresco borgo sospeso nel tempo che vive ancora di antiche tradizioni. Perdetevi nelle stradine del centro storico, tra autentici scorci di Sud, balconi fioriti e viste panoramiche.
Ricordatevi di passare da piazza Vittorio Emanuele, elegante salotto della città vecchia. E infine chiedete della terrazza panoramica da cui si apre una vista mozzafiato sull’intera Valle d’Itria con le città di Martina Franca e Cisternino all’orizzonte.
CHIESA DI SAN GIORGIO MARTIRE
La chiesa dedicata a San Giorgio, patrono della città, è la chiesa madre di Locorotondo.
La costruzione terminò nel 1825 nella stessa area dove in passato erano state edificate altre due chiese dedicate allo stesso santo, una eretta nel 1195 e l’altra risalente al XVI secolo.
Oggi, grazie al recente restauro, potrete vedere le antiche fondamenta di una delle precedenti chiese attraverso dei lastroni in vetro.
Dall’esterno ammirate la facciata in stile neoclassico, e sul timpano, la raffigurazione in rilievo di San Giorgio con il drago al centro e, ai due angoli in basso, le statue di San Pietro e San Paolo.
La chiesa ha una pianta a croce greca con una cupola centrale alta 35 metri. Sulla sinistra dell’altare vedrete la cappella del SS. Sacramento, interessante per la Bibbia Pauperum che riproduce scene bibliche su 42 riquadri, proveniente dalla precedente cappella cinquecentesca. Nell’abside della cappella vedrete poi l’Ultima cena del pittore napoletano Gennaro Maldarelli.
Un altro dipinto da non perdere è quello della Madonna del Rosario, incorniciato da 15 ovali raffiguranti i misteri, firmato da Francesco De Mauro. Ogni cappella comunque è adornata da importanti altari barocchi di manifattura napoletana, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo.
CHIESA DI SAN NICOLA
La chiesa di San Nicola è un piccolo tempio di semplice eleganza e splendore artistico.
Costruita nella seconda metà del ‘600 su un preesistente luogo di culto dedicato al Santo di Myra, la chiesa segue il modello architettonico delle chiese rurali della Valle d’Itria.
Ha una facciata semplice, abbellita da un piccolo rosone. La chiesa, inoltre, ha una navata unica con volta a botte, decorata da Angeli Musicanti sospesi nell’azzurro del cielo, sopra alle raffigurazioni di storie della vita di San Nicola.
Il primo affresco che vedrete entrando a destra rappresenta la Colonna miracolosa, ossia la colonna di marmo che miracolosamente giunse da Mira a Bari, galleggiando in mare e seguendo le spoglie del Santo. La colonna di colore scarlatto raffigurata nel dipinto, invece, è custodita nella basilica pontificia di San Nicola a Bari.
Inoltre, notate i bassorilievi in pietra che raffigurano la crocefissione di Cristo e sono più antichi della chiesa stessa, poiché sarebbero stati ritrovati in una grotta nei pressi del borgo. Ad ogni modo vale la pena visitare la chiesa di San Nicola dove gli affreschi, dai colori vivaci per il recente restauro, risaltano sulle pareti bianche.
CHIESA MADONNA DELLA GRECA
È la chiesa più antica di Locorotondo, sebbene le sue origini esatte siano ancora oggi incerte. Si pensa sia stata edificata due volte: il primo edificio risalirebbe al VII-VIII secolo, mentre quello attuale al XV secolo.
Quest’ultimo edificio fu fatto costruire nel 1480 su commissione di Pirro Orsini del Balzo, principe di Taranto, in visita a Locorotondo.
La chiesa venne costruita dove già esisteva una grotta al cui interno si trovava un’immagine della Madonna.
Nonostante i diversi rifacimenti nel corso del tempo, la chiesa conserva traccia della primitiva struttura inglobata in quella quattrocentesca e dell’impianto medievale in stile gotico originale.
Notate il rosone sulla facciata, realizzato nel XX secolo dal maestro di Locorotondo, Domenico Rosato, su disegno di Vito Giuseppe Curri. Sugli angoli superiori della prima alzata della facciata si trovano poi le statue dei Santi Pietro e Paolo, probabilmente provenienti dall’antica chiesa madre.
Inoltre, un frammento di affresco della Madonna con bambino sulla parete della navata destra fa pensare che la chiesa fosse affrescata.
Vedrete poi delle opere scultoree in pietra locale, perfettamente conservate, tra cui il polittico della Madonna delle Rose con Santa Lucia, San Pietro, San Paolo e Sant’Oronzo, posto sull’altare maggiore, e commissionato nel XVI secolo da Ottaviano Loffredo, signore di Locorotondo.
PALAZZO MORELLI
Il palazzo Morelli è l’esempio più illustre dell’architettura barocca di Locorotondo. Vi colpirà già per il portale d’ingresso, contornato da un’arcata in pietra, arricchita da volute e foglie di acanto mentre al centro spicca una maschera benaugurale e lo stemma nobiliare della famiglia Morelli.
Al lato del portone d’ingresso vedrete degli splendidi balconcini con le caratteristiche ringhiere in ferro battuto a petto d’oca, tipiche di molte costruzioni barocche del Sud Italia.
Dal portale d’ingresso si apre un grazioso cortile con una scala che conduce ai piani superiori.
Il palazzo, infatti, è strutturato su tre livelli: un piano seminterrato con volte a botte, un primo piano, quello nobile, che un tempo comunicava con il Palazzo dell’Università, e l’ultimo piano destinato ai magazzini, più basso con volte a botte. Costruito nel 1819, il Palazzo Morelli di Locorotondo, dunque, è un raffinato esempio di architettura civile.
TORRE DELL’OROLOGIO
La Torre dell’Orologio risale al XVIII secolo e fu impreziosita nel corso del tempo con l’aggiunta di un quadrante, situato originariamente sul campanile della Chiesa Madre di San Giorgio, e la realizzazione di un colonnato di tipo circolare sulla parte superiore della torre.
Anticamente la torre venne adibita a sede universitaria, oggi, invece, ospita l’Archivio Storico della città di Locorotondo ed il Centro di Documentazione Archeologica sull’Insediamento Neolitico Grofoleo. L’orologio che vedete oggi era quello che un tempo adornava il campanile della Chiesa Madre di San Giorgio.
CHIESA MADONNA DELLA CATENA
Poco fuori del centro abitato si trova la chiesa Madonna della Catena o del Crocifisso.
L’edificio fu edificato agli inizi del Seicento sul luogo dove venne rinvenuta l’effigie della Madonna con Bambino stringente una catena.
Verso la fine dell’Ottocento l’edificio però crollò a causa delle cattive condizioni e nel 1897 fu riedificato a spese della defunta signora Angela Sforza. L’attuale chiesa ha un aspetto molto semplice dall’esterno, segnata lievemente da cornici verticali e orizzontali e da due nicchie vuote.
L’interno, invece, è arricchito da decori in stucco. Sull’altare maggiore vedrete la statua in carta pesta della Madonna della Catena. La chiesa presenta una pianta a croce greca con abside e cupola, e poggia su una cappella-grotta, che racchiude quel che resta dell’antica chiesetta, della quale vedrete le acquasantiere e tracce di affreschi.
Cit. Francesca Ferri 22 settembre 2023
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